«Io credo che la gente non abbia chiaro in cosa consiste la vita» mi disse di punto in bianco il mio interlocutore, uno scienziato scettico e smaliziato che si era lanciato in una conversazione impegnata nel backstage di uno studio televisivo. Confesso che avevo in mente di usare quei pochi minuti per prepararmi all’intervista che stavano per farmi, ma preferii conversare con lui. Quando incontro una mente brillante mi piace esplorarla, giocarci e dibattere; non potevo perdere una simile opportunità. «La gente si crea delle aspettative irreali. È convinta che la vita debba essere meravigliosa. E come se ciò non bastasse, queste aspettative sono irresponsabilmente promosse dalla letteratura motivazionale e di autoaiuto» proseguì. La cosa si faceva interessante. Devo ammettere che aveva ragione: molti cercano di convincerci che dobbiamo essere felici a tutti i costi. In realtà, semmai, avremmo bisogno di essere forti, perché la vita ci pone continue sfide. La felicità è uno stato transitorio, che non dura in eterno. Noi ci pensiamo incompleti e siamo convinti che ci manchi sempre qualcosa, cerchiamo il nirvana credendo che quando lo raggiungeremo ci sentiremo soddisfatti, ma, come si suol dire, la felicità sta nel viaggio, non nella meta. Ogni montagna che scaliamo, ogni fiume che guadiamo, ogni deserto che affrontiamo ci rende più forti, e sapendoci più forti diventiamo anche più sicuri di noi stessi, più preparati e, col tempo, più felici. Spesso essere forti è l’unica scelta che abbiamo. Ognuno dei tantissimi abitanti di questa Terra, prima o poi, dovrà affrontare a viso aperto una difficoltà, un dolore, o qualche forma di sciagura. È inevitabile. Tanto vale essere preparati. L’avversità è un elemento collaterale alla vita e, invece di negarla o fuggire, dobbiamo guardarla negli occhi, gestirla e superarla. Per questo, io non vi insegnerò a essere felici ma a essere forti, a convivere con le difficoltà, gestendone le conseguenze. Tempo fa parlai con una cara amica che aveva appena perso la madre in un incidente automobilistico. Era disperata, letteralmente distrutta. Aveva lo sguardo vacuo, era incapace di sostenere una conversazione, gli occhi rossi per il pianto e le mani che non smettevano di tremare. Stava male, molto male. Si sentiva sola e impreparata, non sapeva cosa fare, trascorreva i giorni vagando per casa senza uno scopo. Stava affrontando la cosa più difficile che potesse immaginare, più di tutto ciò che le era mai capitato. Di fronte alla tragedia soffriva di un grave handicap: mai, in ventinove anni, aveva dovuto superare un’avversità. Sua madre e suo padre si erano dedicati a spianarle il cammino, allontanando ogni potenziale minaccia per assicurarle una vita placida, comoda e protetta. Guidati dal loro amore profondissimo, avevano pensato che quello fosse il meglio per lei, senza accorgersi che, in realtà, non dandole l’opportunità di imparare ad affrontare i problemi la stavano danneggiando. Il cambiamento fa parte della vita e del mondo. Ciò che era valido ieri non lo è più oggi. Lo scenario che abbiamo immaginato da piccoli non ha nulla a che vedere con ciò che ci capiterà crescendo. La vita non si può controllare né prevedere, e quando proviamo a farlo ci autoinganniamo, costruiamo realtà immaginarie che non stanno al passo con i tempi, provocando grandi crisi esistenziali. Nella vita incontreremo problemi e difficoltà, non c’è dubbio, ma la buona notizia è che possiamo imparare a gestirli e superarli. Una bocciatura, un braccio rotto o una delusione amorosa sono situazioni da cui, lavorandoci sopra, possiamo imparare. Dobbiamo crederci e insegnarlo ai nostri figli. Così come impariamo a correre e saltare, a leggere e scrivere, a mangiare e vestirci, dobbiamo sapere come identificare e gestire le difficoltà, poiché il nostro modo di affrontarle condiziona il risultato. Si tratta di una forza emozionale così importante che, a mio parere, andrebbe insegnata tra i banchi di scuola. Nessuno ci mette in guardia sul fatto che il nostro percorso sarà disseminato di ostacoli e che da una loro adeguata risoluzione dipendono la nostra felicità e la nostra salute mentale e fisica: ci viene fatto credere che la vita sarà tutta rose e fiori, un’idea completamente irrazionale e insensata. L’esistenza è in continuo divenire, uno scenario in costante cambiamento, una sfida che non possiamo evitare. Un cammino con salite e discese. È esigente, incerta, a volte capricciosa, e ci farà sperimentare bellezza e dolore, successo e frustrazione, amore e disinganno. Bella e difficile insieme, ci ricompenserà e ci metterà alla prova. Siete preparati ad affrontarla?
Navarro, Tomás. Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima (pp.22-24). Giunti. Edizione del Kindle.
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