Il karma è creato da un agente, una persona, un essere vivente. Gli esseri
viventi non sono nient’altro che il sé, attribuito tramite la continuità della
coscienza. La natura della coscienza è luminosità e chiarità. Essa è un’agente del
sapere, il quale è preceduto da un primitivo momento di coscienza, che ne è la
causa. Se arriviamo a capire che la continuità della coscienza non può esaurirsi
nello spazio di una sola vita, ci accorgeremo che la possibilità della vita dopo la
morte ha una base logica. Se non siamo convinti della continuità della coscienza,
sappiamo almeno che non esistono prove sperimentali che possano confutare la
teoria della vita dopo la morte. Non possiamo provarla, ma neanche possiamo
confutarla. Ci sono molti casi di persone che ricordano vividamente le proprie
vite passate. Non è un fenomeno limitato ai buddhisti. Ci sono persone che
hanno tali ricordi ma i cui genitori non credono alla vita dopo la morte o alle vite
passate. Io conosco tre casi di bambini che sono stati capaci di ricordare
vividamente le loro vite passate. In un caso, il ricordo della vita passata era così
vivido che anche se in precedenza i genitori non credevano alla vita dopo la
morte, grazie alla chiarezza dei ricordi della loro bambina, ora ne sono convinti.
La bambina non solo ricordava chiaramente di essere vissuta in un vicino
villaggio che riconosceva, ma era capace di identificare i suoi genitori
precedenti, che non aveva avuto nessun’altra occasione di conoscere. Se non c’è
vita dopo la morte, non c’è vita passata, e dovremmo trovare un’altra
spiegazione per questi ricordi. Ci sono molti casi di genitori che hanno due figli,
cresciuti allo stesso modo, nella stessa società, nello stesso ambiente culturale,
eppure uno ha più successo dell’altro. Comprendiamo allora che tali differenze
sono conseguenza di differenze nelle nostre azioni karmiche passate.
La morte non è nient’altro che la separazione della coscienza dal corpo fisico.
Se non si accetta questo fenomeno chiamato coscienza, credo che sia anche
molto difficile spiegare esattamente che cosa sia la vita. Quando la coscienza è
connessa al corpo e il loro rapporto continua, noi chiamiamo ciò vita, e quando
la coscienza termina il proprio rapporto con un particolare corpo, chiamiamo ciò
morte. Sebbene i nostri corpi siano un aggregato di componenti chimici e fisici,
una forma di agente sottile di pura luminosità costituisce la vita degli esseri
viventi. Poiché esso non è fisico, non possiamo misurarlo, ma ciò non significa
che non esista. Abbiamo dedicato così gran tempo, energia e ricerca
all’esplorazione del mondo esterno, ma ora se cambiamo il tipo di approccio e
dirigiamo tutte queste indagini, ricerche ed energie verso l’interno e cominciamo
ad analizzare, io credo davvero che avremo la capacità di comprendere la natura
della coscienza – questa chiarità, questa luminosità – dentro di noi.
Dalai Lama
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