Ciò che accade.
Dobbiamo lavorare allo stesso tempo su ciò che accade e sulla sua rappresentazione mentale. Non possiamo voltare pagina e basta, o al contrario, chiudere gli occhi continuando come se niente fosse. Ciò che è accaduto è per sempre, che ci piaccia o meno. Tuttavia, se siamo capaci di sanare la ferita e darle il significato adeguato possiamo imparare dal passato invece di viverlo in maniera traumatica. Che significato ha per voi ciò che è accaduto? Come lo avete vissuto e interpretato? Correggiamo le nostre conclusioni: alcuni pensieri, ragionevoli e coerenti, sembrano darci la risposta che volevamo sentire ma si rivelano parziali e inesatti, facendoci soffrire. Ricordate, ciò che accade è importante tanto quanto il modo in cui lo interpretate: a volte diamo un significato e ci fissiamo su quell’interpretazione, arrivando a distorcere la realtà, o l’ineluttabilità, pur di farla coincidere con la nostra idea.
Siamo il risultato delle spiegazioni che ci diamo. I nostri ragionamenti si muovono sempre all’interno di un quadro mentale di riferimento. Se il quadro è negativo lo saranno anche i nostri argomenti, e ci focalizzeremo solo sulle paure e sulle negatività, perdendo la possibilità di brindare alla vita. Interpretando ciò che accade in chiave di colpe universali, o personali, concepiremo inevitabilmente l’esistenza come qualcosa di negativo, o quantomeno di qualcosa vicino al sopravvivere e non al vivere. Se il quadro è positivo, invece, i nostri ragionamenti verranno contaminati da un ottimismo immotivato e i desideri influenzeranno le nostre analisi. Quando compriamo un biglietto della lotteria il nostro quadro positivo ci svia, suggerendoci che stiamo incrementando la probabilità che accada ciò che desideriamo, mentre la nostra effettiva capacità di incidere sulla realtà è scarsa. Perché la mente funzioni in modo ottimale, dovremmo darle un quadro recettivo e costruttivo: non si tratta di fare qualcosa, ma di farlo a ragion veduta, in modo appunto costruttivo. Non lavorate tanto per farlo, ma fate qualcosa che abbia senso; non correte tanto per correre, scegliete un’attività fisica che vi sia congeniale; fate qualcosa che faccia del bene a voi, alle persone che vi circondano e al mondo in cui vivete. Pensare sempre al senso che hanno le cose che fate vi condurrà ad un senso di felicità, di serenità quantomeno, o a qualcosa di simile.
La chiave di un quadro di riferimento costruttivo è porsi delle domande su ciò che accade senza affrettare le conclusioni.
Adottiamo lo sguardo di un bambino curioso che sta scoprendo il mondo con l’attitudine dell’esploratore. Questo tipo di quadro ci permette di considerare la disgrazia che ci è capitata da una certa distanza, cercando di trarne degli insegnamenti. In un quadro di riferimento costruttivo non c’è spazio per il senso di colpa o l’ottimismo ingenuo. Un’analisi costruttiva è mirata e coerente, libera da distorsioni e personalismi. Entrate in risonanza costruttiva per poter godere di tutto ciò che nella vita è bello e gestire e affrontare le prove che vi aspettano.
Quando parliamo di rischi non dobbiamo pensare alla possibilità, ma valutarne la probabilità. Non sappiamo cosa potrebbe succedere, quindi approfittiamone per vivere intensamente. Focalizziamoci sul presente, il futuro è incerto e sfugge al nostro controllo. Impariamo ad analizzare i rischi e prendiamo le decisioni che sono necessarie. Viviamo con prudenza, ma non con paura.
Attenzione a come interpretiamo ciò che ci capita. Se non troviamo una spiegazione che ci dia pace, non inventiamola, niente è verità, è solo punto di vista. Elaboriamo ciò che ci succede e la sua rappresentazione mentale, in maniera piano piano più distaccata, considerando le leggi universali in cui siamo a rispondere in questa vita.
Navarro, Tomás. Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima (pp.53-55). Giunti. Edizione del Kindle.
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