Gli astronomi utilizzando il James Webb Space Telescope (JWST) hanno scoperto la più antica galassia “morta” mai vista, ma il cadavere cosmico ha lasciato gli scienziati perplessi poiché sfida la spiegazione della nostra attuale conoscenza del cosmo primordiale. Scopriamo lo studio pubblicato sulla rivista Nature.
Parliamo nello specifico della galassia denominata JADES-GS-z7-01-QU. Improvvisamente e misteriosamente, interruppe la sua crescita stellare quando l’universo aveva “appena” 700 milioni di anni.
Per renderci conto dell’importanza di una simile scoperta, è sufficiente pensare che le altre galassie trovate “morte” altrove, sembrano aver smesso di formare nuove stelle quando l’universo aveva circa 3 miliardi di anni. Dopo aver scoperto quanto pesa una galassia, come spiegare una simile incongruenza?
“È solo più tardi nell’universo che [di solito] iniziamo a vedere le galassie smettere di formare stelle“, ha detto nella dichiarazione il coautore dello studio Francesco D’Eugenio, anche lui ricercatore presso il Kavli Institute for Cosmology dell’Università di Cambridge (KICC).
In realtà, i modelli attuali non riescono a spiegare come la galassia in questione non solo abbia preso forma in meno di un miliardo di anni dopo il Big Bang, ma abbia anche smesso di “fabbricare” stelle così rapidamente.
I dati del JWST suggeriscono che la galassia ha formato intensamente stelle per un periodo compreso tra 30 e 90 milioni di anni prima di spegnersi rapidamente, anche se non sono ancora chiare le cause. Gli astronomi conoscono però alcuni fattori che possono rallentare la formazione stellare.
Ad esempio, la turbolenza all’interno di una galassia, come la radiazione emessa da un buco nero supermassiccio, può spingere il gas fuori dalla galassia e privarla del serbatoio di gas su cui fa affidamento per formare le stelle.
“Le galassie hanno bisogno di una ricca fornitura di gas per formare nuove stelle, e l’universo primordiale era come un buffet a consumazione libera“, ha affermato l’autore principale dello studio Tobias Looser, ricercatore al KICC.
Tuttavia, “non siamo sicuri che questi scenari possano spiegare ciò che abbiamo visto con Webb“, ha detto nella dichiarazione il coautore dello studio Roberto Maiolino, astrofisico del KICC. Ma non è tutto.
Dopo aver scoperto una galassia che non dovrebbe esistere, per identificare JADES-GS-z7-01-QU, Looser e i suoi colleghi hanno utilizzato la potente visione a infrarossi del JWST per scrutare attraverso lo spesso velo di polvere che oscura i primi oggetti dell’universo.
Sebbene il mistero risulti ancora irrisolto, oltre ad essere la più antica galassia “morta” o “spenta” avvistata finora, la nuova galassia è anche molte volte più leggera di altre galassie simili quiescenti precedentemente trovate nell’universo primordiale.
FONTE: LIVESCIENCE
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