Settembre 8, 2024

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La gelatina spaziale

Tra i misteri che da secoli stuzzicano la curiosità degli umani, la gelatina stellare, o astromicina, è uno dei più discussi. Questa sostanza gelatinosa e traslucida, ritrovata talvolta sui prati o, più raramente, sui rami degli alberi, continua a sfuggire a una spiegazione scientifica definitiva (si sa della sua esistenza dal XIV secolo).

La tradizione popolare racconta che questa sostanza misteriosa venga depositata sulla Terra durante le piogge di meteoriti, un ponte tra il cielo stellato e il suolo terrestre. Le teorie sulle sue origini variano ampiamente: dai resti di anfibi come rane o rospi, ai prodotti di cianobatteri, fino ad essere considerata come corpi fruttiferi di funghi gelatinosi o aggregazioni di amebe note come muffe di melma.

Non mancano ipotesi di origini non biologiche, che la vorrebbero come sottoprodotto di processi industriali o di gestione dei rifiuti. Tra le pagine della storia, già nel Medioevo, si trovano accenni a questa sostanza: John of Gaddesden, un medico del 1300, la menzionava nei suoi scritti, suggerendone l’utilizzo per il trattamento degli ascessi.

Inoltre, era noto come “pwdre ser” in gallese, ovvero “marciume stellare”, e addirittura come “caca de luna” in Messico, per le sue somiglianze con le feci lunari.

Curiosamente, una teoria moderna suggerisce che la gelatina stellare possa originarsi dalle ghiandole presenti negli ovidutti di rane e rospi, lasciati intatti dai predatori e che, a contatto con l’umidità, si gonfiano trasformandosi in questa sostanza enigmatica. Nonostante le numerose indagini e teorie, la gelatina stellare rimane uno dei misteri più affascinanti e insondabili, continuando a stimolare l’immaginario collettivo e la ricerca scientifica.

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